#mytravels. Mauritius. Il Paradiso dalla A alla Z. (parte prima) 9


Autobus.
Girare l’Ile Maurice in autobus è semplice, economico e divertente.
Lasciate perdere le corse in taxi che (per i turisti) sono scandalosamente care, ed avventuratevi in giro per l’isola con questo mezzo di trasporto che vi permetterà di entrare in contatto con la popolazione locale.
Tutti, dal bigliettaio ai vostri compagni di viaggio, saranno ben felici di aiutarvi ad orientarvi tra linee e fermate.
Il prezzo dipende dalla distanza percorsa ma è comunque di pochi centesimi di euro, il biglietto si fa a bordo ed esiste la figura del controllore, per cui state attenti a non perdere il vostro scontrino.
(vedi anche alla voce Escursioni).

Bussiness Class.
Se decidete di raggiungere l’Ile Maurice con un volo charter (è senz’altro la soluzione più economica) prendete in considerazione l’idea di un upgrade in bussiness class.
Con Eurofly la differenza è di soli 350 euro e, considerato che tra andata e ritorno il tempo che trascorrerete in aereo è di circa 24 ore, potrebbe essere un’ottima spesa.
Io non l’ho fatta e me ne sono decisamente pentita (per tutta una serie di circostanze che vi narrerò alla voce Volo).

Cucina.
La cucina mauriziana è una deliziosa melting cuisine.
Come il popolo dell’Ile Maurice è nato dall’incontro tra popolazioni e culture lontanissime tra loro, così la sua cucina non poteva che essere un’affascinante commistione delle tradizioni gastronomiche più disparate: qui la raffinata cucina francese incontra le spezie indiane, gli intingoli cinesi e i forti sapori creoli con risultati davvero stupefacenti.
Sia che decidiate di cenare in una modesta trattoria, sia che scegliate invece un ristorante stellato (e qui hanno aperto i loro locali molti famosi chef, compreso Alain Ducasse) a Mauritius mangiare si rivelerà sempre una gradevolissima esperienza.

Dodo.
Il Dodo è il simbolo dell’Ile Maurice e lo troverete praticamente ovunque, dal timbro che stampiglieranno sul vostro passaporto alle borse da spiaggia, dalle magliette ai peluches alle insegne pubblicitarie.

Il Dodo è un animale estinto: i marinai olandesi che presero possesso dell’Isola nel 1598 al comando del vice ammiraglio Wybrandt van Warwijck e in nome del principe Maurice Nassau-Orange, dopo averlo simpaticamente battezzato con un nome che significa tontolone, cacciarono e mangiarono fino all’ultimo esemplare di questo povero uccello colpevole solo di essere grassoccio ed incapace di volare.
Io ho trovato un po’ triste lo sfruttamento pubblicitario dell’immagine del Dodo (i peluches con scritto sul petto “io non ci sono più” sono a dir poco agghiaccianti) ma tant’è… perfino Pomellato ha dedicato a questa sfortunata creatura la sua linea di gioielli più popolare.
L’unico scheletro al mondo di un esemplare di Dodo potrete vederlo al Museo di Storia Naturale di Port Louis, ma se preferite uno stupefacente incontro immaginario con l’animale comprate l’originale libro “Il Dodo e l’Isola di Mauritius” (Peliti Associati, 35 euro) con cui il fotografo finlandese Harri Kallio ha vinto l’European Publishers Award for Photography 2004.

Escursioni.
Evitate assolutamente di affidarvi al vostro tour operator italiano per le escursioni ed optate invece per i locali: non solo risparmierete parecchi soldi, ma potrete oltretutto programmare degli itinerari personalizzati che tengano conto dei vostri gusti e delle vostre esigenze.
Noi abbiamo fatto l’errore di fare l’escursione nel Sud dell’Isola con il nostro tour operator e l’esperienza si è rivelata davvero deludente: non solo le visite sono state frettolose e superficiali, ma siamo stati costretti a perdere tempo per visitare un bruttissimo parco-zoo (quello di Casela Yemen, evitatelo!!!) con tristi animali chiusi in brutte gabbie, invece di luoghi ben più interessanti come la strada del té a St. AubinBois (piantagioni e belle case coloniali, consigliata una sosta alla Cheri Tea Factory), i caratteristici Domaine (pare che siano molto belli il Domaine des Abineaux, e quello dello Ylang Ylang vicino Grand Port) o infine le distillerie di rum o gli zuccherifici (uno su tutti: L’Aventure du Sucre).

Per esplorare le meraviglie dell’entroterra avete quindi varie possibilità:
-Noleggiate un auto o uno scooter e girate l’isola per conto vostro. Le strade sono ben asfaltate e il traffico diventa un po’ caotico solo nei pressi di Port Louis, l’unico inconveniente è quindi la guida all’inglese.
-Noleggiate un taxi per l’intera giornata e concordate con il taxista l’itinerario che preferite.
Le tariffe si aggirano intorno ai 50 euro per macchina, e se considerate che le escursioni con i tour operator italiani costano 50 euro a persona avrete già il vostro bel risparmio.
-Se amate il turismo slow e non temete di perdere un po’ di tempo in più per gli spostamenti affidatevi agli autobus di linea (vedi anche la voce Autobus).

Ganga Talao.
A Grand Bassin sorge, sulle rive di quello che è stato battezzato dalla popolazione indù dell’Isola Ganga Talao (lago Gange), il più grande complesso religioso dell’Ile Maurice.
Narra la leggenda che il dio Shiva si levò in volo su un tappeto fiorito insieme alla moglie Parvati e sorvolò l’Oceano Indiano portando il fiume Ganga in equilibrio sulla testa.
Il dio durante il suo volo scorse un Isola di stupefacente bellezza e decise di esplorarla ma, quando toccò terra, qualche goccia del fiume sacro scivolò in un cratere formando un lago.
Ed è proprio sulle rive di questo lago che sorge un tempio dedicato a Shiva (invero piuttosto kitsch) che ogni anno tra marzo ed aprile, in occasione del Maha Shivaratree, raduna mezzo milione di pellegrini.
In questo tempio ho potuto in un certo modo “riconciliarmi” con la religione indù dopo le spiacevoli esperienze avute con gli arroganti e sedicenti bramini di Varanasi e Pushkar durante la mia estate indiana.
Un sacerdote ha tracciato il tilaka sulla mia fronte recitando una bellissima benedizione, ho potuto osservare le suggestive preghiere e le puja senza essere assillata da continue richieste di denaro, ed io stessa ho potuto compiere i giri rituali intorno al simulacro dei pianeti recitando il mantra in sanscrito.

Visitare questo o un altro degli innumerevoli templi che sorgono sull’Isola può essere utile per cogliere  l’incredibile e pressoché unico spirito religioso mauriziano.
Qui convivono pacificamente le religioni più disparate ed ognuno vive la propria fede senza estremismi ed esasperazioni.
E’ vero che i templi indù dell’Ile Maurice non hanno nulla a che vedere con gli incantevoli ed antichi templi del Nord dell’India e che il più delle volte sono costruzioni in cemento colorate e pacchiane, ma qui ho potuto percepire un senso di pace che mi ha consolata e riconciliata dopo il disagio e la delusione provati in India nel mio incontro con il Sacro.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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9 commenti su “#mytravels. Mauritius. Il Paradiso dalla A alla Z. (parte prima)

  • BaiLing

    @Corrispondances:

    hai proprio ragione Amica, non siamo più quelle di una volta!

    Sono ben lontani i tempi delle vacanze goderecce tutte movida e locali alternativi :-(((

    @Mitla:

    grazie cara, se riesco a districarmi dalle incombenze pre-natalizie scriverò presto il seguito del mio racconto di viaggio!

    @Damiani:

    wow, deve essere stato uno studio veramente molto interessante!

    Un abbraccio e grazie per il tuo invito!

    @IoMariposa:

    Come è andata l’operazione?!?

    Spero che ti riavremo presto in attività più in forma che mai!

    Un abbraccio e mille auguri per una velocissima guarigione!

  • corrispondances

    non ci sono più i marinai di una volta!!!! ma del resto, anche voi…. non siete più quelle di una volta, vi ho lasciato con propositi piuttosto grintosi e…. non c’è trippa per gatti!!! MIAOOOOO…

  • BaiLing

    @zyo:

    so che resterai molto deluso, ma la voce “gnocca” non è contemplata nella mia piccola guida a Mauritius… come vedi alla lettera G ho preferito parlare del lago Ganga 😀

    Tra l’altro sono sicura che la mia disquisizione storico-religiosa sull’Isola non ti ha fatto per niente rimpiangere la mancanza di dettagli antropologici sulla popolazione femminile 😛

    Comunque, se proprio ne vogliamo parlare… ebbene sì!

    Le fanciulle, specialmente quelle creole sono non belle, ma addirittura INCANTEVOLI!!!

    Hanno corpi sottili e flessuosi, pelle scura, occhioni da cerbiatto e lunghissimi e liscissimi capelli neri!

    Ed inoltre si muovono in maniera armoniosa e sensuale… vedessi le danzatrici!!!

    Invece la fauna maschile (almeno quella del nostro albergo) non ci ha entusiasmate: c’era un solo uomo dello staff vagamente affascinante, ma altrettanto antipatico, tale Mr. Washington “bello, giovane ed abbronzato” come lo definirebbe qualcuno, che si è sempre guardato bene dal filarci.

    Invece ovviamente tutti gli elementi più sgradevoli dello staff li abbiamo avuti alle costole per l’intera settimana… primo tra tutti un tale Mr. Ladoucer, un figuro veramente losco e viscido!

    Per il resto abbiamo adocchiato qualche prestante body guard e qualche marinaio, ma niente di più 🙁

    Certo, c’è anche da dire che normalmente intorno alle 22.30/23.00 eravamo già a letto e quindi con questi orari da educande cosa potevamo pretendere?!?

  • utente anonimo

    Maledizione. Il tuo racconto si è interrotto proprio quando stavi per introdurre l’argomento più interessante: Gnocca! Non vedo l’ora di leggere il prossimo post! 😀

    Scusa ho provato, ma alla fine non ho resistito 😉

    Zyo