A proposito di film visti e rivisti, di vecchie mantelle e di macarons. 14


Film visti (e rivisti) nelle ultime settimane.
Procediamo a ritroso.
– Ieri sera ho visto su Sky+24 il film tratto dalla pièce teatrale  Easy virtue.
Che dire? Delizioso, umoristico, sardonico e con una colonna sonora scanzonatissima!
Ve lo consiglio assolutamente.
E poi l’ambientazione: campagna inglese, cavalli, segugi e maggiordomi… ah, che meraviglia!
Credo, in un’altra vita, di essere stata una Signora inglese di campagna  molto snob come la Kristin Scott-Thomas di questo film o di Gosford Park (adoro letteralmente Kristin Scott-Thomas in questi ruoli!).
Peccato solo che mi siano rimasti nel dna i rudimenti del giardinaggio e dell’equitazione e non anche l’inglese fluente della mia precedente esistenza!

– Domenica sera ho visto al cinema Il Riccio e devo dire che mi è piaciuto molto.
Certo nella trasposizione cinematografica, siccome il punto di vista della narrazione è quello della piccola Paloma, si perdono tutte le elucubrazioni filosofiche ed esistenziali della nostra eroina Renée (grazie a dio per le prime mi verrebbe da dire, perchè le pagine in cui la nostra concierge si scervella su Kant e sulla fenomenologia proprio non si strozzavano!), ma è reso perfettamente il senso poetico di quest’anima bella nascosta in un guscio spinoso e niente affatto amabile.
Per chi avesse sperato in un finale meno reazionario (definizione del mio amico Stefano, grande fan del libro) di quello del romanzo rimarrà senz’altro deluso: il finale è tale e quale, ma il film è lieve e ben girato, Kakuro è un gentiluomo d’altri tempi che vi farà battere forte il cuore (per non parlare del suo appartamento che è di una bellezza commovente!) e il personaggio di Renée l’amerete a prima vista.
[L’unica cosa che non ho capito è il motivo per cui hanno cambiato il nome del gatto da Lev in Leon].

– Pochi giorni fa ho rivisto uno dei miei film preferiti di sempre: The Man who cried di Sally Potter.
Il film è una meravigliosa epopea, così commovente da rendere simpatica perfino una protagonista come Christina Ricci.
C’è un’incantevole Cate Blanchett nel ruolo della ballerina russa un po’ puttana, e un fantastico John Turturro con il suo inglese maccheronico da emigrante italiano, e poi c’è Johnny Depp…
Il bel Johnny, più tenebroso che mai, nel ruolo di uno zingaro domatore di cavalli che galoppa con il suo bianco destriero in una Parigi notturna e deserta, poco prima dei bombardamenti tedeschi.
Non credo serva aggiungere altro, o no?!?
(Ah, sì: la colonna sonora è incantevole).

Film in costume
– Durante le vacanze di Natale ho visto (e rivisto) quello che definirei il trittico per eccellenza dei film in costume che più amo: Marie Antoinette, Vanity Fair e The Duchess.
Ora è ovvio che a me i film in costume piacciono per definizione e la trama potrebbe anche essere inesistente (tipo: potrebbero pure parlare per 2 ore consecutive di pizza e fichi, ma io sarei comunque per due ore consecutive in un brodo di giuggiole), ma se per caso si verifica l’ipotesi di una bella storia con costumi spettacolari… allora ecco che si raggiunge la mia personale apoteosi!
Per esempio prendiamo Vanity Fair
di Mira Nair.
Benché io detesti la bionda Reese Whiterspoon con quel suo faccino antipatico, ho rischiato seriamente di cadere in deliquio davanti allo schermo alla vista di certe tonalità di blu pavone o di carminio che avevano i suoi costumi.
E ad ogni cambio di scena mi dicevo “no, figuriamoci… ormai il culmine l’abbiamo raggiunto… che si potrà mai mettere di ancora più bello?!?”.
E ad ogni cambio di scena ricevevo puntualmente un nuovo colpo al mio vulnerabile cuoricino estasiato.
Per non parlare della scena finale girata nel Mehrangarh di Jodhpur che mi ha fatto addirittura versare qualche lacrima!

E cosa vogliamo dire di Marie Antoinette?!
Io potrei vedere quel film altre 50 volte sempre con la stessa espressione di ebete meraviglia stampata sulla faccia!
Quei colori zuccherosi (il polveroso azzurro della corte di Vienna, i rosa confetto e lampone del primo periodo a Versailles e il bucolico bianco del Petit Trianon!) quelle musiche assolutamente anacronistiche, quelle piramidi di leziose scarpette e tortine alla fragola, quelle montagne di macarons… oh, mon dieu: quel film è la PERFEZIONE!
Pensate che mi è addirittura venuta voglia di assaggiare i macarons di Ladurée che era il pasticcere ufficiale del set!

[E qui bisogna aprire una parentesi mangereccia: a Parigi esiste tutta un’annosa diatriba se siano meglio i macarons di Ladurée o quelli di Pierre Hermé e quando si parteggia per una fazione non si cede alla tentazione di mangiare i dolcetti dell’altra!
Ora siccome a me le meringhe e tutti i derivati hanno sempre fatto schifo, il primo assaggio di macarons( che per motivi assolutamente casuali ho compiuto da Pierre Hermé piuttosto che da Ladurée) non avrebbe potuto essere più disincantato.
Nè più letale!
Perché ovviamente quei piccoli, leziosi e coloratissimi dolcetti mi hanno letteralmente stregata e quindi, dato che il destino mi aveva condotto in rue Bonaparte piuttosto che sugli Champs Elysées, ho deciso di rimanere per sempre fedele al mio primo Amore snobbando alla grande le vetrine luccicose di Ladurée, i cui macarons non mi sono mai più degnata di assaggiare.]


Chiusa la parentesi mangereccia chiudiamo in bellezza il mio trittico di film con The Duchess  che alla prima visione mi è costato un bel pianto dirotto sul volo Dubai-Roma, e alle visioni successive non ha fatto che rafforzare la mia adorazione per Keira Knightley.
Ovviamente ho amato follemente ogni singolo vestito ed ogni singola acconciatura di questo film ma la cosa che mi ha fatto battere più forte il cuore è stata senz’altro la mantella che la nostra eroina G. indossa nella scena in cui incontra clandestinamente il suo amante Charles Grey.
Come vorrei una mantella simile a quella, possibilmente di cachemire blu notte, foderata di velluto azzurro cielo o zafferano!
E naturalmente c’è un motivo molto romantico ed infantile se ho tutta questa passione per le mantelle: chi mi conosce ha sentito questa storia decine di volte quindi alzerà gli occhi al cielo, ma tant’è!
Quando ero bambina avevo una stupenda mantella nera con il cappuccio bordato di marabou che mia nonna aveva cucito appositamente per i miei balli in maschera di Carnevale.
Naturalmente (ma che ve lo dico a fare?) per tutti i Carnevali della mia infanzia mi sono vestita da gran Dama.
Un anno fui Cenerentola in bianco e argento, con una cuffietta ornata di nastri di velluto nero e doppi cerchi nella gonna.
Un anno ebbi addirittura un costume da cavallerizza dell’800 con la giacchina di velluto rosa antico, la gonna rosso bordeaux e il cappello  rigido ornato da un velo (al solo pensiero di quell’abito mi viene ancora da sospirare!).
Naturalmente però (ma che ve lo dico a fare?) ogni anno avevo la sventura di dover mettere una maglia di lana sotto al vestito per evitare di prendere freddo (e per sudare meglio durante il ballo in maschera) e ogni anno, se per caso pioveva, invece delle mary jane di vernice nera venivo costretta a calzare degli orrendi e pesanti scarponcini stringati.
Ogni anno, dopo il trucco e il parrucco, venivo stipata insieme ai doppi cerchi della mia gonna dentro alla 500 di mia mamma per essere trasportata al gran ballo in maschera pomeridiano.
E nonostante la maglia di lana che mi infagottava sotto al vestito, quando salivo lo scalone di marmo che portava alla sala del ballo con la mia mantella nera bordata di marabou, io ero emozionata e felice che manco Cenerentola e mi mancava solo di perdermi  lo scarponcino  stringato invece che la scarpetta di cristallo!
Sarà per questo che mi sono tanto emozionata nel vedere la mitica mantella della nostra eroina Georgiana duchessa di Devonshire!


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

14 commenti su “A proposito di film visti e rivisti, di vecchie mantelle e di macarons.

  • BaiLing

    @Ipocondriaca:
    Anche io adoro Kirsten, è stupenda!
    Il film l'ho visto "solo" tre volte perché quando guardo e riguardo continuamente gli stessi film il Signor G. mi dice che sono malata… e quindi devo sfogare le mie fissazioni cinematografiche quando lui non c'è 😀

  • BaiLing

    @Gegio:
    Elizabethtown non l’ho visto ma ho intenzione di rimediare!
    E tu devi assolutamente rivedere Il giardino delle vergini suicide perché quello di Lux è uno dei personaggi più belli che Kirsten Dunst abbia interpretato!

  • Agegiofilm

    Non la ricordo ne Il giardino delle vergini suicide, ma hai trovato la parola esatta: delicatissima bellezza.
    Hai visto Elizabethtown? Lì mi ha spezzato il cuore quando se ne va con lui…

  • BaiLing

    @Gegio:
    Ho votato 🙂

    La colonna sonora di Marie Antoinette è meravigliosa!
    Specialmente il pezzo finale, quando lei dice addio a Versailles… mi spezza ogni volta il cuore!
    E Kirsten Dust è una delle mie attrici preferite di sempre, oltre ad essere un’autentica e delicatissima bellezza.
    Cinematograficamente parlando la adoro specialmente quando è diretta da Sofia Coppola… cioè, che vogliamo dire del personaggio di Lux nelle Vergini Suicide?!?

    P.S. Sono contenta che i contatti che ti ho dato ti siano stati utili 🙂

  • BaiLing

    @Rano:
    Lo so… è che proprio non mi piace come lingua 🙁
    Pensa che mi metterei volentieri a studiare il tedesco, ma il pensiero di riprendere con l’inglese mi deprime profondamente… uff :-(((

    @missfefe:
    E’ un film davvero adorabile 🙂
    Un bacione :-*

    @emmelania:
    Buona domenica anche a te  e un abbraccio 🙂

  • utente anonimo

    Secondo me dovresti davveor metterti un pò a impararlo è così facile come lingua che ci metteresti davvero poco secondo me. E comunque anche girando tra i canali del satellite si impara un sacco.

  • BaiLing

    @emmelania:
    Se hai letto il libro sicuramente vedendo il film ti rendi conto che molte cose sono andate inevitabilmente perse.
    Nel film la protagonista è la sola Paloma, quindi Renée diventa per forza di cose un personaggio visto con gli occhi della ragazzina.
    Non so se la regista avrebbe potuto fare diversamente, sicuramente non era un romanzo facile da portare sullo schermo.
    Ma direi che si sono viste trasposizioni cinematografiche molto molto peggiori, basti pensare a Seta di Baricco e ai film tratti dalla trilogia di Stieg Larsson!
    Te lo consiglio 🙂
    Un abbraccio.

    @Rano:
    il mio inglese non mi concede grosse cose purtroppo 🙁
    Un film in francese senza sottotitoli posso vederlo con una comprensione pari al 50-60%… ma in inglese la mia comprensione supera a stento il 15%!
    Quella lingua non mi è mai andata giù, non ci posso fare niente!
    Ogni anno mi riprometto di riprenderne lo studio ed ogni anno lascio correre… sigh!
    Comunque ogni tanto guardo su Hallmark la serie televisiva su Poirot e concordo con te: non c’è paragone tra le nostre pietose fiction (quelle in costume poi sono da brivido) e quelle della TV inglese!
    Bacio :-*

  • utente anonimo

    Io penso di essere unos pecialista dei film in costume che sono i miei preferiti in assoluto. Ho un sacco di film della BBC comprati su Amazon.co.uk. Se conosci un pò di inglese ti consiglio di vederne qualcuno, anche a scatola chiusa…hanno un livello così alto di recitazione che mettono i brividi e sono fantastici. Al contrario di noi i film e le cose a puntate della rete inglese sono davvero belli.
    Noi dobbiamo acocntentarci di Elisa di Rivombrosa… per carità.

    "Middlemarch"
    "The mill on the Floss"

    Sono davvero belli.