In the moodf for Azores #5.


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La prima cosa a colpire di Terceira sono i pascoli sconfinati che ricoprono la parte Nord-Orientale dell’Isola: un manto erboso, ordinatamente suddiviso dai muretti a secco costruiti in pietra lavica in centinaia di appezzamenti, che fanno assomigliare i pascoli ad un’immensa coperta patchwork.
Affacciandosi su un paesaggio come questo, così simile a quello della verde Irlanda, è difficile pensare che su quest’Isola possano crescere anche dei vigneti, ma basta spostarsi verso Nord Ovest ed arrivare a Biscoitos per scoprire, nel piccolo Museo do Vinho, il miracolo delle viti che crescono sulla roccia lavica.
In realtà alle Azzorre l’Isola famosa per i vigneti è Pico, dove i caratteristici mulini a vento con la cupola rossa svettano accanto alle antichissime vigne di verdelho, che risalgono addirittura al XV secolo: pensate che qui il vino locale ha avuto un passato così glorioso da raggiungere perfino la tavola degli Zar di Russia!

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A Pico il terreno vulcanico così ricco di nutrienti, il microclima e la mano dell’uomo che ha suddiviso i terreni lavici costruendo i currais, muretti in pietra nera che si scaldano al sole proteggendo i vigneti dai freddi venti oceanici, hanno contribuito a creare un habitat straordinario per le viti.
Habitat che dal 2004 è stato addirittura riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Così è evidente che tutti i wine lovers che si trovino a fare un viaggio alle Isole Azzorre dovrebbero fare tappa a Pico e visitare Lajido da Criação Velha e Lajido de Santa Luzia, per scoprire queste tecniche di coltivazione ancestrali ed assaggiare un vino unico al mondo.
Tuttavia, se questo non fosse logisticamente possibile, il grazioso Museo do Vinho dos Biscoitos e la Casa Agrícola Brum meritano sicuramente una visita.
Qui, tra casette candide che sembrano appena uscite dalla favola di Hansel e Gretel e un tripudio di fiori di ogni forma e colore, vi aspettano le antiche viti nei loro letti di roccia nera.
Dopo aver visitato il museo, che è stato inaugurato nel 1990 in occasione del centenario della Casa Agrícola Brum e che conserva molti oggetti antichi e curiosi legati alla secolare tradizione dell’agricoltura isolana, fate una sosta nella sala di degustazione con le pareti ricoperte di vecchie barriques, per assaggiare i profumati vini liquorosi.
Poco distante dal Museo do Vinho, se il tempo sarà clemente, potrete anche godervi un bagno nelle suggestive piscine naturali scavate dalla furia dell’Oceano.

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Terceira is a green Island with endless pastures divided into hundreds of plots by dry-stone walls and watching this lovely landscape, similar to a patchwork quilt, it’s hard to imagine that the vineyards could grow up here.
But, if you go to Nord-West until Biscoitos you can discover the little Museo do Vinho with its grapevines growing on the lava rocks.
The Island famous for its wine is Pico, actually: here, close to the red windmills, grow the ancient vineyards of verdelho, date back to the 15th century.
The wine produced on Pico Islands has a great history and has reached the table of the Czars of Russia.
Pico has an amazing habitat for vineyards thanks to the volcanic soil, the microclimate and the currais, the dry-stone walls that protect the grapevines from the ocean winds.
This habitat is a world heritage site by UNESCO since 2004, so it’s clear that all the winelovers that come to the Azores Islands have to visit Pico to discover these ancient cultivation techniques and to taste a wine that is only one in the world.
But also the lovely Museo do Vinho dos Biscoitos, with the neighbouring Casa Agrícola Brum, well worth some of your time.
Here, ancient grapevines grow on the black rocks and you can see many antique and curious objects connected with the centennial farming tradition, and taste the local liqueur wines.
Close to the Museo do Vinho you could also enjoy a bath into the Ocean side natural pools, if the weather is going to please you.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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