#stile. Un diamante è per sempre.


Il diamante è considerato fin dall’antichità un potentissimo talismano: trasparente, luminoso, purissimo ed immutabile (il suo nome deriva dalla parola greca “adamai” non domabile) rappresenta, secondo la medicina Ayurvedica, il perfetto equilibrio dei Cinque Elementi e avrebbe addirittura origine divina.
D’altra parte il diamante simboleggia anche i legami eterni ed indissolubili ed è considerato il pegno d’Amore per eccellenza fin dal lontano 1477, quando l’Arciduca Massimiliano d’Austria suggellò il suo fidanzamento con Maria di Borgogna donandole un anello d’oro con diamante e diventando artefice inconsapevole di un fenomeno di costume che avrebbe superato indenne i secoli, per arrivare fino ai giorni nostri.
Diamonds are Forever recitava nel 1956 la copertina di uno dei romanzi di Ian Fleming dedicati all’immortale agente 007 al servizio di Sua Maestà britannica.
Ma prima ancora di Ian Fleming questo concetto sintetico e disarmante era stato espresso dalla copywriter Mary Frances Gerety dell’agenzia pubblicitaria N. W. Ayer & Son che nel 1948, al termine di un lungo processo creativo, propose ai suoi committenti (il colosso De Beers) lo slogan pubblicitario “Un diamante è per sempre”.
Mai messaggio fu più evocativo e rappresentò meglio, nell’immaginario collettivo soprattutto femminile, i concetti romantici di Amore e Matrimonio, tanto che 50 anni dopo la rivista Advertising Age ha riconosciuto questo slogan come il migliore del ventesimo secolo.
Pegno d’Amore ma anche status symbol e oggetto del desiderio per eccellenza: “Diamonds are a girl’s best friends” cantava Marylin Monroe nel 1953, fasciata in un seducente abito rosa fragola, sul set del film “Gli uomini preferiscono le bionde”.
E quale ragazza non si è trovata a condividere almeno una volta nella vita i pensieri prosaici espressi in questa canzone, divenuta immortale quasi quanto le pietre che celebra?
“The French are glad to die for love
They delight in fighting duels
But I prefer a man who lives
And gives expensive jewels”.
Tanto più che i diamanti tanto vagheggiati dalle nostre eroine Lorelei e Dorothy (aka Marilyn Monroe e Jane Russell) sono anche un’ottima fonte di investimento, immuni come sono alla crisi economica e alle fluttuazioni del mercato.
Ma come si fa a stabilire il valore di queste pietre preziose?
Ce lo spiega Banco Diamanti, che si avvale di un team di specialisti nella valutazione dei diamanti, illustrandoci le cosiddette 4 C e le tabelle Rapaport che possono aiutarci a comprendere come calcolare il prezzo e le quotazioni sul mercato.
Per valutare il valore di un diamante dobbiamo tenere conto di Carat (peso, 1 carato equivale a 0,2 grammi), Color (colore, il più prezioso è il Bianco Eccezionale Superiore); Clarity (purezza, più impercettibili sono le impurità presenti nella pietra più è alto il valore); Cut (taglio, che viene valutato in base a proporzioni, levigatura e simmetria).
Una volta calcolata la quotazione in base alle caratteristiche fisiche del diamante si utilizza il listino Rapaport (che indica i prezzi di borsa dei diamanti, basati sulla media degli scambi che avvengono nei mercati di tutto il mondo) per calcolare il prezzo effettivo della pietra.
Sicuramente la nostra Lorelei Lee la regola delle 4 C la conosceva a menadito!

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