#travels. Il fascino nostalgico di Singapore.


Se chiudo gli occhi e ripenso a Singapore mi tornano in mente uno skyline che (specialmente sul far del tramonto) lascia a bocca aperta, una cucina multietnica e raffinata con profumi che invadono la città ed una varietà di razze e lingue che mi era capitato di vedere e sentire solo a New York.
Ciò che ho amato di più sono i suoi forti contrasti ed il suo essere un Mondo intero in una sola Isola: i mall di Chinatown, Tokyo nei mercati del pesce, Mumbai nelle strade di Little India, Londra nella city piena di grattacieli o Amsterdam nei canali; e poi la sua essenza, quella vera, storica e profonda che si ritrova nella zona di Marina Bay e nel colonial district.
Singapore è una città che insegna a vivere: insegna come le più grandi religioni del mondo possano coabitare e amarsi in poche centinaia di metri; insegna che la filosofia dei 7-Eleven è veramente geniale, scevra dalle polemiche del nostro paese; insegna che si può sopravvivere alla pioggia battente, che una metropoli può essere ordinata e silenziosa e che le persone possono essere cordiali oltre misura (pensate che l’autista di un autobus si è addirittura fermato per farmi fare una foto, regalandomi uno splendido sorriso!).
Singapore insegna che abitanti e turisti possono mangiare allo stesso tavolo, in un mercato notturno, tra bicchieri di birra e spiedini satay di ogni tipo; insegna ad amare il cibo indiano e le spezie asiatiche; insegna infine che puoi vivere senza un pezzettino di cuore, lasciandolo in un tempio indù dove ti sei commossa fino alle lacrime nel bel mezzo mezzo di una cerimonia religiosa corale.


Di tutto il viaggio tre sono i ricordi più intensi che poterò nel cuore:
 Il sapore del Singapore Sling.
 Le viuzze di Emerald Hill con le sue case coloniali e i colori pastello così instagrammabili.
 I profumi delicati, acri e speziati annusati tra le strade di Little India.

Singapore Sling
Nel lontano 1915 dall’unione di Gin, succo di limone e Cherry Brandy nasceva il Singapore Sling per opera del Barman “Ngiam Tong Boon” che lo definì un “Ladies drink”, ovvero un cocktail pensato per le donne con colori femminili e un gusto vivace, dolce e discreto.
Il cocktail nacque nel Writer’s Bar del celebre Raffles Hotel ed entrambi entrarono nel mito: il Singapore Sling infatti ha mantenuto inalterata la sua classe, attraversando più un secolo e, nonostante il variare di mode e tendenze, è rimasto indiscusso protagonista negli ambienti del bere elegante.
All’inizio del ‘900 Singapore era una colonia inglese e quindi il gin, ça va sans dire, era uno degli alcolici più apprezzati, ma all’epoca alle Signore non era permesso bere alcolici in pubblico finché non fu inventato questo long drink, colorato ed apparentemente innocuo come un succo di frutta, che segnò un passo nell’emancipazione femminile.
Adesso il Singapore Sling è il simbolo della città e si può bere in ogni dove, brindando a questa conquista veramente pink.

Ermerald Hill
All’inizio dell’epoca coloniale la zona Orchard Road ospitava frutteti ed Emerald Hill era nota per le sue piantagioni di noci, tuttavia, dopo un’annata particolarmente infelice che uccise tutte le colture, nel 1860 fu riqualificata come zona residenziale e divenne popolare tra i ricchi inglesi e cinesi.
La maggior parte degli edifici che oggi sopravvivono furono costruiti tra il 1905 e il 1925 in un delizioso mix di cinese barocco e art deco definito Peranakan.
Concedetevi un po’ di tempo per fotografare i grandi portoni d’ingresso, i fregi decorativi, le finestre in legno e le bellissime scale a spirare (i vostri profili Instagram ringrazieranno!) e fate un salto nel caratteristico “One Price Store” a caccia di oggetti d’antiquariato cinese come draghi in marmo, statuine in legno intagliato e tabacchiere.

Little India
Non tutti sanno che Little India, che adesso si trova nel centro di Singapore, in passato era la zona dove veniva pascolato il bestiame e dove sorgevano i forni per produrre i mattoni, tutte attività gestite e fatte proliferare dai commercianti indiani.
Così nel tempo questa zona si è trasformata in un meraviglioso angolo di mondo super colorato, dove all’ombra dei grattacieli sorgono piccoli templi indù: il più affascinante è senza dubbio il Srinivasa Penumal, che colpisce per le ricche decorazioni e per le suggestive cerimonie e rituali.
Little India è oggi uno dei quartieri più vibranti di Singapore e passeggiando tra le sue strade si scopre non solo un mix di edifici dai colori sgargianti, ma anche tutta la stupefacente gastronomia indiana: qui infatti potrete gustare le pietanze vegetariane dell’India del Sud e i piatti tandoori del Nord.
Anche lo shopping vi darà grosse soddisfazioni tra apparecchi tecnologicamente avanzati, ricercati rosari buddhisti, collane di fiori per le offerte votive, bangles in vetro e sari di pregevole fattura; inoltre moltissimi artisti hanno scelto di vivere ed aprire i loro atelier e le loro botteghe in questo quartiere vivace e vagamente bohémien.
Ma la cosa che mi ha più colpita di Little India è, strano a dirsi, il silenzio: qui gli indiani sono tranquilli, operosi e pacati e quando i turisti arrivano nel quartiere avvertono come una sorta di soggezione che porta tutti, inevitabilmente, a rispettare questo silenzio surreale.


Linda

Informazioni su Linda

37 anni, insegnante, viaggiatrice e un sogno: poter correre nei musei come Jules e Jim. Ama fare e disfare le valigie, crede che sia bello partire e anche ritornare. Odiava Milano ed ora non riesce più a farne a meno. È diventata la città che può chiamare casa.

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