Liverpool. Itinerario musicale in 10 tappe sulle orme dei Beatles.


Forse non tutti sanno che Liverpool fa parte dal 2015 del network delle Cities of Music UNESCO: la sua è una storia musicale che affonda le radici nel XVIII secolo grazie all’antica tradizione di città portuale che, creando legami e scambi con le Americhe, l’Asia e l’Africa, ha nel tempo dato vita ad un melting pot culturale davvero unico.
La città, che nel 1990 è stata riconosciuta “Capitale Mondiale del Pop” dal Guinness Book of Records, ha messo la musica e la cultura al centro della sua rinascita ed oggi è in grado di offrire ai visitatori un numero pressochè infinito di esperienze musicali grazie a numerose sale da concerto, pub, music club, associazioni culturali e festival musicali che celebrano i generi più disparati (solo per citarne alcuni: l’Africa Oye, il Liverpool International Music Festival, il Liverpool Sound City, il Liverpool Irish Festival e l’International Festival of Psychedelia).
Ma ovviamente Liverpool nell’immaginario collettivo è sempre e soprattutto la città dei Beatles e quindi non possiamo esimerci dal partire da loro, esplorando la città con un itinerario in 10 tappe (e 10 canzoni) sulle orme di Paul, John, George e Ringo.

Love me do.
Il cottage color rosso mattone al numero 20 di Forthlin Road appare ancora identico a come doveva essere nel 1955 (quando la famiglia McCartney approdò qui dopo anni di traslochi) grazie all’intervento del National Trust, che lo ha restaurato ed aperto al pubblico (solo su appuntamento) nel 1998.
E’ proprio tra le sue mura che tra il 1957 e il 1958 Paul e John composero canzoni del calibro di Love Me Do e che nel 1960, a qualche mese dalla loro partenza per Amburgo, incisero tre nastri con diciassette brani.

I call your Name.
Al numero civico 251 di Menlove Avenue, nel quartiere middle class di Woolton, ha trascorso invece la sua infanzia ed adolescenza John Lennon, cresciuto da sua zia Mimi.
Anche qui i giovanissimi Paul e John si rintanavano spesso a suonare, ascoltare dischi e comporre canzoni e anche questa casa, donata da Yoko Ono al National Trust, è aperta al pubblico dal 2003.

In Spite of All the Danger.
Alla fine degli anni ’50 Allan Williams, promoter e futuro manager dei Beatles, aprì al numero 23 di Slater Street il Jacaranda Club dove, nell’Estate del 1960, la band allora chiamata “Silver Beatles” suonò una decina di concerti.
Qui si possono ancora ammirare i murales dipinti da John Lennon ed ascoltare musica dal vivo 4 sere a settimana.
Al primo piano troverete il Jacaranda Records, un negozio unico nel suo genere dove, sorseggiando un caffè o un cocktail, potrete ascoltare vecchi vinili sui giradischi ospitati sui tavoli; all’ultimo piano invece c’è uno studio di registrazione che rappresenta giovani artisti locali davvero interessanti come gli Ali Horn e gli Shards.

Penny Lane.
Una foto con la targa di Penny Lane è d’obbligo per ogni fan dei Beatles che si rispetti.
Una piccola curiosità: le targhe di Penny Lane e di Abbey Road a Londra sono così ambite come souvenir da essere diventate oggetto di furto e così l’amministrazione locale è costretta a sostituirle continuamente!

Eleanor Rigby.
Nel cimitero della St. Peter’s Parish Church troverete una pietra sepolcrale davvero particolare: quella dedicata a una certa Eleanor Rigby, morta il 10 Ottobre del 1939.
Paul frequentò spesso questo luogo durante la sua adolescenza e chissà che quella lapide non abbia in qualche modo ispirato la sua canzone.

Strawberry Fields Forever.
La canzone scritta da John nel 1967 è stata ispirata dal “giardino segreto” della sua infanzia: quello della Strawberry Field Community Home, un edificio d’epoca vittoriana trasformato in orfanotrofio dall’Esercito della Salvezza nel lontano 1936.
I fans dei Beatles arrivano qui in pellegrinaggio da tutto il mondo per scattare foto al celebre cancello rosso in ferro battuto ma la bella notizia è che nel giro di pochi mesi Strawberry Field tornerà ad aprire al pubblico sotto forma di spazio culturale gestito dall’Esercito della Salvezza e che ci saranno piante di fragole ovunque nel nuovo giardino!

My Bonnie.
Al numero 10 di Mathew Street ha riaperto i battenti negli anni ’80 il mitico Cavern Club che ha ospitato un numero imprecisato di concerti dei Beatles tra il 1961 e il 1963 e che era stato raso al suolo nel 1973 per fare posto ad un parcheggio.
Oggi il Cavern Club, il Cavern Live Lounge e il Cavern Pub ospitano sul palco artisti emergenti e rappresentano un indirizzo imperdibile in città per la musica live.

Yellow Submarine.
Un sottomarino giallo c’è davvero a Liverpool ed è nell’emergente Baltic Triangle, dove è d’obbligo trascorrere almeno mezza giornata alla scoperta di mercatini vintage, birrifici e locali super trendy.
C’è Constellations, uno spazio per eventi e workshop con bar e giardino annesso, che ha aperto i battenti 5 anni fa ed ha già vinto numerosi premi per l’idea di business indipendente e sostenibile; c’è la stazione radio indie Melodic Distraction che è anche un magazine online interessante da seguire per essere aggiornati sugli eventi in città; ci sono i Parr Street Studios (tappa imperdibile se amate gli Smiths!); c’è il Red Brick Market, un interessante mercatino di vintage e second hand e ci sono molti birrifici artigianali come il Black Lodge Brewery, il Baltic Fleet e il Cains Brewery Village.

Imagine.
Fino al 3 Novembre 2019 il Liverpool Museum ospita la mostra imperdibile Double Fantasy – John & Yoko, che racconta la storia d’amore e di attivismo di una coppia iconica.

Help!
The Beatles Story
è la più grande mostra permanente dedicata ai Beatles ed ospita memorabilia, foto, registrazioni ed interviste esclusive.
Un audioguida in 12 lingue diverse accompagna i visitatori in un viaggio immersivo nella storia di una delle band più amate al mondo.

Yesterday.
In Mathew Street, poco distante dal The Cavern, vi aspetta invece il Magical Beatles Museum che ospita centinaia di memorabilia come vestiti, gioielli, strumenti musicali, lettere e telegrammi.
Qui potrete anche visitare il Casbah Coffee Club, uno dei luoghi iconici nella storia dei Beatles (insieme al Jacaranda e al The Cavern) che è rimasto tale e quale dopo più di 40 anni!

Travel Tips:
– Per esplorare la città con una guida esperta e conoscere tutti gli aneddoti legati alla storia dei Beatles, ma non solo, affidatevi a Paul Beesley, che vi accompagnerà in un itinerario musicale come quello che abbiamo sperimentato noi.
– Dischi: Per acquistare cd e vinili (nuovi o vintage) i due indirizzi imperdibili sono Jacaranda Records e Probe Records.
– Non solo Beatles: durante un soggiorno in città non perdetevi un concerto della Royal Liverpool Philarmonic Orchestra o un musical alla Everyman Playhouse (il prossimo Autunno vanno in scena Amelie e Little Miss Sunshine e potrebbe essere una buona scusa per programmare un weekend in città!)
– Second Hand: Per il fashion second hand andate in Bold Street e per i libri vintage da Kernaghan Books.
– Dormire: Il meraviglioso Titanic Hotel si affaccia sullo Stanley Dock, un tempo porto d’ingresso per il rum e il tabacco in città, e celebra la tradizione portuale di Liverpool con il suo design industrial-chic.
Mangiare: Andate da Lunyalita (affacciato sullo spettacolare Albert Dock) per le deliziose tapas (anche vegetariane); da Salt House Bacaro nel cuore del Financial District per le pizze in formato mini, i risotti e le tartare di pesce; da Pen Factory in Hope Street per assaggiare la cucina del prluripremiato Chef Tom Gill in un’atmosfera accogliente e rilassata; da Leaf in Bold Street per una cena pre-teatro: il motto del locale recita Tea, Music and Good Times e vi assicuro che i tacos al Jackfruit e i macarons alla lavanda sono eccezionali!

 


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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