London 2012. Parliamo di Dressage. 2


Come vi avevo già anticipato lunedì mattina partirò per Londra per assistere al Grand Prix Special di martedì, la seconda prova della disciplina di Dressage dei Giochi Olimpici di London 2012.
Ma che cos’è il Dressage, questa disciplina misteriosa di cui non c’è mai traccia nei 13 inutilissimi canali olimpici di Sky Sport?
La parola dressage in francese significa addestramento e quindi il Dressage altro non è che la disciplina equestre che mira a raggiungere il massimo livello di addestramento possibile per un cavallo, per metterne in evidenza le andature naturali e l’attitudine e per permettere al binomio composto da cavallo e cavaliere di esprimersi in sintonia e con la massima eleganza.

Questa è la definizione canonica.
Ma siccome io mi sono innamorata del Dressage passando attraverso le suggestioni di Bartabas, trovo le definizioni canoniche riduttive e preferisco definire questa disciplina  ricorrendo ad immagini poetiche.
Il Dressage è il mito del Centauro che prende forma.

Il Dressage è un’Arte paragonabile a quelle orientali della Calligrafia e della Spada che, come ci insegna Zhang Yimou, aspirano entrambe alla verità e alla semplicità e la cui Essenza risiede nell’Anima.
E infatti all’Académie du spectacle équestre di Versailles i cavalieri vengono formati attraverso lo studio della danza, del canto, della scherma, delle tecniche dell’Alta Scuola (la più raffinata forma di Equitazione) e del Kyudo, la Via dell’Arco che ha molto in comune per l’appunto con la Cerimonia giapponese del tè, con la Calligrafia e con l’Arte della Spada.


Lunedì parleremo dei binomi in gara e martedì potrete seguire la mia piccola cronaca live dell’evento attraverso Twitter ed Instagram.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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