My Wine Travels. Con la terra tra le mani. 1


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Questo è il racconto di un viaggio enologico decisamente singolare.
Due giorni splendenti di sole sulle colline della Valpolicella per farci raccontare i segreti della biodinamica da una persona speciale, che incarna perfettamente la filosofia di quest’agricoltura non convenzionale con il suo animo schietto e gentile e il suo sorriso contagioso: Marinella Camerani dell’azienda agricola Corte Sant’Alda.
Il viaggio è iniziato con la scoperta di Podere Castagnè, l’anima accogliente di Corte Sant’Alda, che non è un semplice agriturismo ma (per usare le parole di Marinella) “è una folata di vento, un posto dove assaggiare profumi e annusare sapori, lasciarsi accarezzare dall’erba, abbracciare i tronchi rugosi, cercare sassi e pensieri strani”.
Inerpicandosi su per le colline, trai  boschi e i vigneti di Mezzane, si arriva a questo delizioso buen retiro  dove c’è abbastanza silenzio da poter percepire tutti i bellissimi suoni della Natura che, ad orecchie attente, sussurra i suoi segreti.
Podere Castagnè è una fattoria vera, ci sono le mucche che vivono libere nel bosco e passeggiano tra i filari di vite, i maialini, le oche e le galline che starnazzano, un gallo che saluta il sorgere del sole.
Ma c’è anche una corte, una terrazza affacciata sulle colline, un salone accogliente dove degustare un buon bicchiere di vino e leggere un libro; e soprattutto c’è Nazzarena che si prende cura degli ospiti viziandoli con deliziosi manicaretti.
E così il nostro primo incontro con Marinella è avvenuto proprio intorno a un tavolo, con gli stuzzichini vegani di Nazzarena e un bicchiere di Soave che, come tutti i vini di Corte Sant’Alda, è prodotto da uve che provengono da un determinato vigneto, in questo caso quello coltivato a guyot  di Monte Tombole e Bine longhe.
Ci sono bastati pochi minuti per farci irrimediabilmente innamorare di Marinella e del suo lavoro: la sua passione, le sue scelte, il modo speciale di condividere e raccontare i suoi valori, il suo approccio non convenzionale con la tecnologia e la Natura non potevano non conquistarci!

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E sono bastate molte chiacchiere e qualche bicchiere di vino perché si creasse una bella atmosfera conviviale che è proseguita durante il secondo aperitivo (eh, lo so… è un duro lavoro quello della wine blogger!) e la cena impeccabile cucinata dal giovane Chef Nicola Rossetti, del Ristorante Bacco d’Oro.
Degustando il meraviglioso Amarone di Corte Sant’Alda, un vino che si è aggiudicato proprio nel 2015 i prestigiosi Tre bicchieri e che è il primo Amarone con certificazione Demeter, abbiamo ripercorso i  quasi 30 anni di vita dell’azienda agricola: dagli iniziali cinque ettari vitati agli attuali quaranta ettari (di cui venti coltivati a vigna), e dal metodo di coltivazione biologico certificato a quello biodinamico, secondo i principi dell’antroposofia di Rudolf Steiner.

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Dopo cena siamo tornati a Podere Castagnè, tra lucciole e stelle, per un meritato riposo.
Ad accogliermi i romantici toni pastello della Camera dell’Albero Corallo con il suo letto in ferro battuto e il suo salottino fiorito. Le camere di Podere Castagnè sono state pensate da Marinella per far sentire a casa il viaggiatore e sono grandi, accoglienti e luminose, tutte affacciate sui boschi e sui vigneti e tutte dotate di bellissime sale da bagno moderne e confortevoli.
La mattina al risveglio abbiamo trovato il delizioso pane fatto in casa da Nazzarena a darci il buongiorno e la bella tavola apparecchiata con dolci golosi, spremuta d’arance fresche e marmellate home made.
La foschia delle prime ore del mattino si è rapidamente dissolta e le vigne di Corte Sant’Alda, con la sua grande quercia e la torretta che svetta tra le chiome argentee degli ulivi, ci hanno dato il benvenuto in una gloriosa giornata di sole.
Guidati da Matteo, il giovane cantiniere dell’azienda, e scortati dall’adorabile Simba abbiamo passeggiato tra i filari scoprendo finalmente da vicino l’universo biodinamico, con i suoi preparati dai nomi misteriosi e tutti quei rituali basati sull’influenza del sole, della luna e dei pianeti che agli occhi di un neofita sembrano avere un non so che di sciamanico o stregonesco.
Alla fine però, volendo approfondire, ci si rende conto che la biodinamica altro non è che la costruzione di un rapporto di fiducia reciproca tra esseri viventi: l’uomo da una parte e il suolo “umanizzato” dall’altra; l’agricoltore e la sua azienda agricola, intesa come un unico organismo vivente dotato di una sua dimensione spirituale.

Così, dai racconti di Matteo e di Marinella, capiamo che alla fine tutto ciò che sta a cuore all’agricoltore biodinamico è il benessere dei vari esseri che compongono questo grande organismo vivente (piante, animali e uomini) di cui non si considera più il Padrone ma il Responsabile e Custode, e di cui si occupa con dedizione, rispetto ed ammirazione.

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Lasciate le vigne inondate di sole siamo scesi in cantina per scoprire tutta l’affascinante alchimia che sta tra il grappolo d’uva, il suo terroir  e la nascita di un bicchiere di vino: Matteo ci ha guidati tra le camere di appassimento, i tini troncoconici dove avvengono le fermentazioni (tutte rigorosamente spontanee e con lieviti indigeni), e le botti e le barrique  in legno dove i vini riposano ed affinano per 10/48 mesi.
All’ora di pranzo Marinella ci ha accolti intorno ad un grande tavolo apparecchiato con un’infinità di calici e un’allegra tovaglia a scacchi; il nostro brunch  è assolutamente delizioso e, tra una portata e l’altra, avviene anche il mio battesimo con i vini affinati in anfora di cui ultimamente si sente tanto parlare: assaggiamo infatti Agathe, un igt rosato da uve molinara, dai profumi mediterranei e dal nome evocativo.
Agathe come Ἀγάθη che in greco significa buono e onesto, così come vorrebbe essere questo vino, nato da un piccolo esperimento; ma anche Agathe come Agata, la pietra rosa intimamente legata all’elemento Terra, proprio come Marinella che è una donna “con la Terra tra le mani”.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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