#mytravels. L’Indonesia a dimensione di shopaholic. 1


Eccomi a casa dopo un viaggio infinito di circa 36 ore tra voli interni, scali, voli intercontinentali e voli di avvicinamento ed ancora evidentemente vittima del jet lag… sennò cosa ci farei alzata dalle 7.20 del mattino?!?
Ci sono un sacco di cose di cui ho voglia di parlare ma, benché Bali abbia avuto un certo impatto mistico sul mio spirito inguaribilmente materiale, devo comunque rimanere fedele a me stessa e cominciare dall’argomento che mi è più caro.
Bali
Ubud:
Shopping in Monkey Forest Street.

In questa via pazzesca troverete un negozio delizioso ogni due metri ma vi riporto comunque i miei preferiti facendo alcune premesse:
– Ad Ubud potete trovare negozi più economici che vendono copie piuttosto ben fatte di oggetti antichi e tradizionali, ma anche piccole gallerie d’arte che vendono oggetti originali a prezzi più alti ma comunque accessibili. Tutti gli oggetti “antichi” in vendita sono stati esaminati da un apposito Ente che ne ha consentito la commercializzazione.
– Potete farvi spedire in Europa via nave qualsiasi oggetto pesante o fuori misura di cui vi innamorerete al prezzo di 350 $ (da porto a porto) per ogni metro cubo.
– Tutti i prezzi sono trattabili ma grazie a dio niente a che vedere con le sfinenti ed infinite contrattazioni a cui sono soliti i negozianti mediorientali o indiani. Lo sconto del 50% lo otterrete senza nessuna fatica quasi sempre (a volte lo propongono loro prima ancora di farvi aprire bocca) e trattando un po’ potrete ottenere un’altro 20% circa, ma non di più.
– Alcuni negozi (li segnalerò con un asterisco *) hanno una coscienza ecologica oltre che un’attenzione ai piccoli particolari che fanno la differenza e, invece di usare le orride bustine di plastica nere tanto care all’India e al Sud Est Asiatico, vi forniranno di shopping bag di tela logata (una delizia per quelle come me che hanno una vera e propria ossessione per questi souvenirs).

– Titisan Archipelago Art
Per ritrovare questo negozietto che avevo adocchiato la prima sera e comprare due idoli tribali in osso dell’isola di Sumba, abbiamo quasi rischiato di perdere l’aereo per Yogyakarta e ho dovuto subire tutta la disapprovazione della mia Yanti che ci aspettava con i bagagli nella lobby dell’hotel da ben 40 minuti.
Non credo serva aggiungere altro!Indonesia– Bojog Gallery
Questo negozio vende deliziosi manufatti tribali provenienti da Sumatra e dal Borneo a prezzi davvero bassissimi (hanno anche un’altra sede poco distante in cui vendono mobili). *
Indonesia
Enormi statue di pietra e bellissimi manufatti in legno.

-Tirtha
Anche qui begli oggetti in legno e pietra a prezzi decisamente buoni.
– Ahimsa.
(vari negozi nel centro di Ubud).
Stupendi vestiti molto originali, giacche, top ed accessori. Prezzi trattabili. *
– Terrace
Tutti i negozi di Ubud vendevano vestiti simili a quello che ho comprato in questo negozietto, ma nessuno con una tale scelta di colori e in un cotone cangiante così bello. Prezzi fissi ma abbordabili (28 euro circa per il vestito).
Dintorni di Ubud:
– Prapen Jewelry
Jin Jagaraga 66 Celuk, Sukawati (lungo la strada tra Ubud e Denpasar).
Produzione di argento.
I gioielli tradizionali sono stupendi e i prezzi veramente bassi (tenete conto però che l’argento è di qualità più bassa rispetto a quello europeo).
– Semar Kuning
Artist Cooperative Paintings.
Lodtunduh, Ubud.
Qui potrete trovare una scelta infinita di quadri tradizionali o astratti (questi ultimi sono molto belli ed incontrano forse più facilmente il gusto europeo) a prezzi più bassi rispetto al centro di Ubud.
Mangiare:
Ubud pullula di ristorantini per tutte le tasche, tutti all’aperto, tutti colorati e tutti deliziosi.
Lamak
Questo ristorante ce l’ha consigliato il nostro driver ed è ovviamente lungo Monkey Forest Street.
I prezzi sono più alti della media (circa 25 euro a persona per una cena di due portate con un cocktail, una birra e un Evian o San Pellegrino) ma la cucina fusion è di ottimo livello, l’ambiente è d’atmosfera e si può scegliere tra porzioni piccole e grandi.IndonesiaNoi siamo tornati ben due volte ed abbiamo assaggiato varie cose; quelle che mi sono piaciute di più sono state la Balinese Bouillabaisse (una zuppa leggera con frutti di mare grigliati e star fruit), il Grilled seasonal ocean fish (pesce grigliato accompagnato da verdure e timo), il Ginger and orange brulée e la stupefacente Chocolate and mocha tart.
Il locale organizza anche corsi di cucina balinese.
Spettacoli:
Sulla strada tra Ubud e Denpasar, al Pemaksan Barong Denjalan Batubullan per sole 80.000 Rp (5,70 euro circa) abbiamo assistito alla Danza Barong che è uno spettacolo tradizionale con costumi molto belli.
Il teatro è confortevole e pulito e la storia cui è ispirato lo spettacolo (che è un episodio della saga indù dei Pandava) caso più unico che raro è fornita anche in lingua italiana.

IndonesiaMassaggi:

Negli hotel di lusso i massaggi sono meno cari che in Italia ma si aggirano sempre intorno ai 50/60 euro per un’ora.
Io ho sperimentato il Javanese Lulur, il massaggio balinese e l’incredibile Como Shambala Massage, ed ho adorato tutti e tre.
Ma ho deciso di sperimentare anche una delle tantissime Spa di Ubud per dei trattamenti low cost.
La mia scelta è caduta sulla Wibawa Spa che ha prezzi un po’ più alti della media ma sorge in un bel giardino tradizionale con fontane e fiori, ed è molto pulita (oltretutto i prezzi erano scontati del 40%!)
Acupressure della durata di un’ora per me e il Signor G. (massaggio discreto ma ovviamente niente a che vedere con quello inarrivabile sperimentato a Jodhpur) e Wibawa Spa style manicure & pedicure per me, per una spesa totale di circa 30 euro.
N.B. I massaggi balinesi ed indonesiani in generale, così come quelli thai, sono molto poco soft e non hanno niente a che vedere con i movimenti lunghi e morbidi di quelli ayurvedici. Di solito comunque le massaggiatrici chiedono sempre se la pressione che esercitano va bene o se devono essere più delicate.
Java:
Premesso che quel poco che ho visto di Java è stata una delle più grandi delusioni di tutta la mia vita e che Yogyakarta, il centro culturale e spirituale dell’isola, è una città irrimediabilmente brutta, bisogna dire che il tempio di Borobodur vale da solo il sacrificio di fare una tappa in quest’isola Indonesiana.
Evitate come la peste le escursioni al Dieng Plateau: 6 ore di macchina (che potrebbero diventare 8/9 nel caso abbiate la nostra stessa fortuna e il filo della frizione della macchina con autista che avete pagato fior di quattrini decidesse di rompersi di domenica ed in pieno Ramadan) per vedere campi coltivati e poche insulse rovine di antichi templi indù.
Non vi perdete invece per nessun motivo al mondo il Ramayana Ballet.
L’Open Theatre Purawisata organizza uno stupendo spettacolo serale in un tripudio di luci e costumi scintillanti per la cifra di 140.000 Rp a persona (circa 10 euro) compreso il pick upda e per l’Hotel.
Singapore:
Dare dei consigli per fare shopping a Singapore è un’impresa superiore alle mie forze.
Io stessa avevo stampato la guida shopping di Fashion is spinach ma l’ho poi dimenticata in valigia.
Singapore è una Mecca dello shopping e quindi dovunque dirigiate i vostri passi troverete comunque qualcosa da comprare.
Se siete solo passeggeri in transito fate un giro in Orchard Road per lo shopping di lusso (non ho ancora capito se i prezzi sono davvero così comvenienti ma mi sono comprata comunque i miei adorati glossy di Dior); e non perdetevi Little India, Chinatown e Mosque Street per un po’ di colore locale (io sono riuscita a trascinare il Signor G. solo a Little India a caccia di bangles di vetro, che per inciso tra le indiane di Singapore non vanno nemmeno più di moda. E’ stata quindi una vera impresa scovarne poche confezioni vecchie e polverose e i bracciali sono piuttosto insulsi rispetto a quelli meravigliosi comprati in Rajastan, ma ora la mia cospicua dote ammonta a ben 70 tintinnanti esemplari).
Non mancate poi di fare un giro in uno dei Mall che vendono elettronica: non si sa mai che al vostro fidanzato venga voglia di comprare un mini PC, che vi permetta di scegliere modello e colore (HP mini 110, colore pink chic, rosa, lucido e fiorito) e che lo paghi con la sua carta di credito pur sapendo che tanto lo userete sempre e solo voi.Se invece trascorrete una notte in città come abbiamo fatto noi all’andata dormite al Naumi Hotel che è un piccolo delizioso gioiello (con prezzi accessibili) della catena Small Luxury Hotel in the World: le camere sono incantevoli, i bagni giganteschi, la selezione di tè e caffè complimentary è super, la TV è un 42 pollici girevole per guardarla sia dalla camera che dalla zona living, i prodotti da bagno sono della Kiehl’s, l’impianto stereo è dotato di postazione I-Pod e c’è una deliziosa infinity pool sul tetto.

Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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