#mytravels. Angkor, un mondo perso nel tempo #1. 2


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“Al di sopra delle fronde si stagliavano nel cielo le cinque torri di Angkor Vat… visione fiabesca, apparizione fuggitiva.
In quell’istante era sorto nello spazio il miracolo dell’arte Khmer.”
Henri Marchal, 1916

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Per parlarvi di Angkor ho preso in prestito il titolo di un libro (quello di Claudio Bussolino “Angkor, un mondo perso nel tempo” che vi consiglio di leggere qualora abbiate in programma un viaggio in Cambogia, insieme a quello di Pierre Loti “Un pellegrino ad Angkor”) e una frase di Henri Marchal, l’architetto francese che fu nominato Conservatore dell’area archeologica nel 1916.
Angkor è semplicemente stupefacente.
Pur con le sue temperature feroci, il tasso d’umidità indescrivibile e l’orda inarrestabile di visitatori che la invade ogni santo giorno dall’alba al tramonto, questo Luogo Fuori dal Tempo vi regalerà un’emozione speciale, che porterete a casa con voi e custodirete nel cuore.
Lì per lì forse non vi accorgerete nemmeno di quanto vi abbia toccato nel profondo.
Sarete troppo occupati a sudare, a cercare riparo dal sole impietoso, a correre da una parte all’altra, a scattare migliaia di foto maledicendo gli altri turisti affetti da click compulsivo che vi rovinano l’inquadratura, ad arrampicarvi su per scalinate ripidissime, a comprare ananas per gli elefanti, a cercare il vostro guidatore di tuk tuk in mezzo agli altri 1523 parcheggiati all’ora del tramonto davanti ad Angkor Vat e soprattutto a sognare il momento in cui (finalmente) vi toglierete di dosso i vestiti fradici di sudore e farete una nuotata ristoratrice nella piscina del vostro hotel.
Ma quando avrete superato il caldo, la stanchezza, i malanni causati dall’aria condizionata e l’insonnia da jet lag allora vi accorgerete che tutta la bellezza di Angkor ha lasciato una traccia indelebile nel vostro cuore, e sarete felici di avergli tributato il vostro piccolo sacrificio personale.

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Travel tips:
– Biglietti.
Si acquistano solo in contanti, quindi munitevi di dollari o moneta locale. Gli euro non li hanno mai neppure sentiti nominare.
– Mezzi di trasporto.
Escludendo a priori le biciclette (a meno che non siate dei masochisti!) la scelta è tra un auto con aria condizionata o un tuk tuk. Avendoli provati entrambi devo dire che il tuk tuk si è rivelato la scelta migliore: entrare ed uscire da un abitacolo gelido con i vestiti zuppi di sudore mi ha ridotta ad uno straccio il primo giorno di visita, mentre le corse in tuk tuk con il vento nei capelli sono state non solo divertenti, ma anche meno traumatiche per il mio fisico già abbastanza debilitato.
Non è da sottovalutare neppure la differenza di prezzo: mettete in conto una quarantina di dollari per un tour di mezza giornata con autista ed aria condizionata assassina contro i 15 dollari necessari per noleggiare un simpatico tuk tuk (il numero di telefono del mio protégé, il buon Mr. Mun Chen, ve l’ho già dato qui!).
– Elefanti.
Un tour a dorso di elefante non rientra nella mia visione di turismo etico. Comprare ananas e banane da regalare ai pachidermi (e all’inevitabile stuolo di bambini festanti) sì.
Tenete conto che ad Angkor tutto si paga a suon di dollari americani e visto che vi chiederanno un dollaro ad ananas (che manco alla Grande Épicerie de Paris!) forse conviene fare scorta al mercato!

Nei prossimi giorni parleremo di tramonti, dress code, guide turistiche e quant’altro è bene sapere per organizzare al meglio una visita ad Angkor.
Nel frattempo vi lascio con alcune immagini di Angkor Vat, Banteay Srei e Banteay Kdei.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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2 commenti su “#mytravels. Angkor, un mondo perso nel tempo #1.

  • Susanna

    Ci sono stata l’anno scorso in questo periodo e posso dire che è stato probabilmente il posto più incredibile che fino ad ora ho visitato. In poche righe sei riuscita esattamente a descrivere quello che ho provato e che mi porto ancora dentro: un posto magico, sospeso tra realtà e fantasia e ancora quando ci ripenso non sono sicura al cento per cento che sia stata una esperienza reale. Consiglio a tutti quelli che stanno programmando un viaggio in thailandia o dintorni, di fare una deviazione di pochi giorni e andarlo a visitare!

    • bailing

      Ciao Susanna,
      grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi 🙂
      Angkor è davvero un posto magico ed irreale e vale assolutamente una deviazione da Bangkok, che tra l’altro è vicinissima anche via terra!