#fashion. Bancolotto n.10


Abbiamo conosciuto il progetto Banco Lotto n.10 grazie a Fashion Design Made in Venice, l’evento ideato da Gloria Beggiato, proprietaria dell’Hotel Metropole in Riva degli Schiavoni, che promuove il migliore artigianato made in Venice ospitando le creazioni di artigiani e designer veneziani nelle vetrine dell’Oriental Bar.
Banco Lotto n.10 è un progetto sociale che, attraverso la creazione di abiti ed accessori, promuove il lavoro e favorisce il futuro reinserimento nella società delle detenute del Carcere Femminile della Giudecca.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Annalisa Chiaranda, responsabile della Sartoria all’interno del carcere, ed ecco cosa abbiamo scoperto.

vetrina 17 aprile 16

– Come è nato questo progetto e che tipo di prospettive offre alle detenute anche in termini di reddito minimo lavorativo e di arricchimento professionale?
Nel 2001 sono arrivata alla Cooperativa Il Cerchio ed ho iniziato ad occuparmi della Sartoria all’interno del Carcere Femminile. All’epoca c’erano solo qualche vecchia macchina da cucire e qualche tavolo e si confezionavano piccole cose ma grazie ad un progetto europeo abbiamo potuto comprare attrezzature adeguate e tutto il necessario per creare una vera e propria sartoria artigianale! Poi nel 2003 si è aggiunta l’opportunità di aprire, grazie ad un contributo della Regione Veneto, un negozio a Castello 3478 in Salizada San Antonin denominato “Banco Lotto n.10”. Contestualmente all’apertura del punto vendita è iniziata la produzione di borse in tessuto di Rubelli, gonne a ruota e coprispalla. L’obiettivo della nostra Cooperativa è la produzione di un prodotto competitivo sia dal punto di vista della qualità del tessuto che della confezione.

Le donne del carcere d’altra parte, grazie a questo progetto acquisiscono competenze professionali, migliorano la loro condizione di vita e si aprono ad una prospettiva volta al loro reinserimento sociale; infine si garantiscono anche un reddito minimo lavorativo.

– Chi disegna i modelli che vengono realizzati nel vostro laboratorio? Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Io e Patrizia Losapio nel disegnare i modelli realizzati nel laboratorio traiamo ispirazione dagli anni 50 e 60, e creiamo abiti ed accessori volti ad esaltare la donna in tutta la sua femminilità. I nostri sono capi unici, particolari, davvero difficili da trovare sul mercato!

– I tessuti che utilizzate provengono in gran parte da antiche e prestigiose tessiture veneziane come Rubelli, Fortuny e Bevilacqua, vere e proprie icone del made in Venice. Immagino non sia stata una scelta casuale.
Un giorno passeggiando per Venezia sono entrata in un negozio di Rubelli e ho chiesto qualche fine pezza di campionario per far conoscere “il bello” alle nostre detenute, per vedere la loro reazione di fronte alle “cose belle”. E’ stato un esperimento molto positivo, perché hanno iniziato ad appassionarsi e a riconoscere la differenza tra le varie tipologie di tessuti.
In seguito siamo stati contattati da Fortuny ed abbiamo iniziato a confezionare i loro cuscini… e alla fine ci siamo proposti anche a Bevilacqua.

– Che regole devono rispettare le detenute dal punto di vista dell’abbigliamento? Come viene vista la moda da chi non ha piena libertà di indossare ciò che vuole?
Le detenute arrivano in sartoria vestite nella maggior parte dei casi in modo non curato, con leggings, jeans o in tuta da ginnastica, comunque in modo poco femminile.
Lavorando con queste stoffe così belle e di qualità e vedendo come la pezza di stoffa si trasforma in un capo finito (che possono anche provare, taglia permettendo) le detenute sono stimolate a curare di più il loro abbigliamento, magari attraverso confezionati da loro stesse.

-Possiamo parlare del progetto Banco Lotto n. 10 come di un progetto di moda etica?
Certo, possiamo parlare del Progetto Banco Lotto n. 10 come di un progetto di moda etica, in quanto ispira cambiamenti evolutivi. La nostra Cooperativa parla con un nuovo linguaggio ed un approccio volto principalmente al relazionarsi in un modo non concorrenziale, ma volto alla qualità e all’unicità delle creazioni.
Educando chi crea i capi in sartoria si educano in un certo senso anche i consumatori finali, sensibilizzandoli ai problemi legati al carcere.
Tutto questo dà sicuramente più valore ai prodotti che realizziamo!

vetrina 7 aprile 16

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Correspondances

Informazioni su Correspondances

Poliedrica, eclettica, versatile, creativa, a tratti confusa, raminga ma in cerca di un centro di gravità permanente. In divenire e si fa largo "à travers des forêts de symboles". Pochi punti fermi: arte, moda, spettacolo, se possibile con una visione etica. Passioni: fotografia e viaggi, bussola puntata ad Est. Nell'attesa legge Terzani e visita musei etnografici ed archeologici.

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