Si chiama Narratè ed è una bustina di tè artigianale accompagnata da un libriccino da leggere in soli 5 minuti, il tempo utile all’infusione.
Racconti brevi che vogliono descrive l’essenza di quattro tra le più belle città d’arte italiane regalando ad ogni sorso di tè, grazie al connubio tra parole e aromi, la potenza di un vero e proprio viaggio.
Per ogni città è stata sviluppata una miscela di tè ad hoc, pensata per continuare il racconto attraverso il sapore, selezionando gli ingredienti affinché risultassero particolarmente evocativi della città descritta.
La base di tutte le miscele è il tè nero: Milano è profumata di cannella e zafferano (ingrediente del famoso risotto); Venezia di rooibos, zenzero, chiodi di garofano e noce moscata (le spezie fanno parte da sempre della storia della Serenissima e del suo ruolo di hub dell’Oriente); Firenze è una delicata miscela floreale (dal simbolo cittadino – il giglio – al nome stesso –Fiorenza-) che mescola ibisco, malva nera, cannella, zenzero e rosmarino; infine Roma, la città eterna, profuma di menta, erba citronella, cannella, zenzero e alloro (la pianta simbolo dell’immortalità).
Così in queste fredde giornate invernali, mentre fuori vento e neve la fanno da padroni, in casa possiamo coccolarci con un caldo infuso e una piccola lettura, per vivere l’esperienza di un vero e proprio “tè narrante”, che unisce due tradizioni millenarie e lo fa in modo originale ed innovativo (uno degli slogan recita ironicamente “la lettura ha scoperto l’acqua calda”).
Quasi inutile dirlo: il packaging è composto da cartoncino riciclato, il libretto da carta 100% riciclata e l’assemblaggio è fatto a mano.
L’idea naturalmente è piaciuta subito a molte biblioteche, prima tra tutte, nel 2015, il Sistema Bibliotecario Milanese che ha deciso di offrire ai propri utenti i Narratè.
L’ideatore di Narratè è Adriano Giannini che ci ha raccontato come ha avuto l’idea di proporre questo modo nuovo di vivere l’esperienza del tè:
“A me piace parlare di due versioni. La prima, più ironica, è legata ad un tema venuto fuori alcuni anni fa quando un ministro della nostra Repubblica disse che con la cultura non ci si mangiava; noi volevamo dimostrare che non solo ci si mangia, ma ci si può addirittura bere con la cultura.
La seconda è molto meno prosaica e mi riguarda. Durante una notte insonne mi stavo preparando una camomilla e mentre aspettavo leggendo gli ingredienti sulla scatola ho pensato a quanto sarebbe stato bello in quel momento avere qualcosa di non impegnativo da leggere. Passati 10 anni da quella notte è nato Narratè.”