#mytravels. In Thailandia con Qatar Airways.


A quasi due anni di distanza e dopo un numero infinito di cancellazioni, cambi di data, cambi di destinazione, emissione di voucher e nuovi acquisti siamo finalmente riusciti a volare con i nostri biglietti Qatar Airways acquistati nel Gennaio del 2020.
Durante la pandemia la policy di Qatar è stata la più elastica e corretta che si possa immaginare e riacquisterei anche subito un biglietto con loro: pensate che durante tutto il 2020 il cambio di destinazione era addirittura senza limiti di miglia e quando i biglietti sono scaduti senza che nessuna destinazione asiatica riaprisse per i nostri passaporti abbiamo potuto scegliere tra il rimborso e l’emissione di un voucher.
Abbiamo scelto la seconda soluzione perché il voucher ci ha consentito di avere indietro la cifra spesa maggiorata di un 20% e di acquistare nuovi biglietti sborsando meno di 50 euro a persona.
Speravamo di poter utilizzare i nuovi biglietti la scorsa estate per volare finalmente in Vietnam ma, quando è apparso evidente che il Paese non avrebbe riaperto al turismo, abbiamo potuto cambiare le date volando a Natale (quando normalmente i biglietti di Business Class hanno prezzi proibitivi) senza dover pagare nessuna differenza.
Inoltre il servizio clienti (una volta scovato il numero di telefono di quello in lingua italiana, che non compare nel sito web ufficiale di Qatar) si è rivelato di grande cortesia e disponibilità con tempi di attesa davvero minimi.
Condivido il numero con voi perché, come vi dicevo, non è stato facile entrarne in possesso ma il Call Center si è poi rivelato decisivo per gestire al meglio le nostre prenotazioni.
Call Center Qatar Airways in lingua Italiana: 02-30578845

Layouts:
Durante i nostri 4 voli abbiamo avuto modo di sperimentare 3 diversi aeromobili con 4 differenti layouts:
– Un Boeing 787 Dreamliner con layout 1-2-1 sulla tratta FCO-DOH
– Un Boeing 777-300ER con layout 2-2-2 sulla tratta DOH-HKT
– Un Airbus A350-900 con layout QSuite sulla tratta BKK-DOH
– Un Airbus A350-900 con layout 1-2-1 sulla tratta DOH-FCO
Ebbene sì: finalmente siamo riusciti a sperimentare le famose QSuite di cui però non ho le foto bellissime che immaginavo perché i voli notturni non sono il massimo dal punto di vista della fotogenia!
Tutte le configurazioni sperimentate hanno sedili che si trasformano in fully flat bed  e per il viaggio in QSuite siamo riusciti a prenotare i posti centrali che si trasformano in un vero e proprio letto matrimoniale!
(Attenzione: non tutti i sedili centrali delle QSuite diventano un letto matrimoniale, quindi per prenotare la fila giusta dovete rivolgervi al Call Center!)
Parlando dei layout classici non c’è paragona tra il 2-2-2 del Boeing 777-300ER e l’1-2-1 del Dreamliner e dell’A350-900: il primo risulta davvero vetusto e, benché i sedili si trasformino ovviamente in fully flat bed, sono piuttosto stretti.
I sedili nel layout 1-2-1 invece sono eccezionalmente comodi e l’unico difetto che riesco a trovare a questa configurazione è lo spazio limitato per sistemare i piccoli oggetti e le scarpe.
Una nota tecnica a proposito del Dreamliner: sapevate che questo Boeing 787 è uno degli aerei più green? Questo aeromobile produce infatti il 20% in meno di emissioni di biossido di carbonio rispetto ad altri della stessa categoria e inoltre, grazie al maggior apporto di ossigeno e alla pressurizzazione controllata della cabina, assicura un maggior benessere dei passeggeri, evitando inconvenienti come nausea e mal di testa!
Ma veniamo alla review della QSuite!
La Business Class con questo layout è davvero paragonabile ad una cabina di First Class per privacy e comfort e l’esperienza è stata eccezionale ma… a costo di sembrare incontentabile c’è un ma!
Su un volo di poco più di 6 ore la QSuite con letto matrimoniale risulta davvero troppo macchinosa: al decollo infatti i sedili sono divisi dalle solite “paratie” che saranno rimosse dal personale di bordo dopo cena, quando verranno ad approntare la couverture notturna che trasformerà i due sedili in un fantastico letto a due piazze.
Meraviglioso, non c’è che dire, ma su un volo di medio raggio preferisco il layout classico senza couverture, perché mi consente di scivolare nel sonno subito dopo cena, senza nemmeno aspettare che vengano a sparecchiare!

Wine list & Food:
Appena saliti a bordo verrete accolti da una spremuta d’arancia fresca o da un bicchiere di champagne.
Come potete immaginare la Wine List è di alto livello e gli champagne serviti sono due: il Charles Heidsieck Brut Réserve e il Laurent-Perrier Cuvée Rosé.
Visto che amo molto le bollicine di solito a bordo non bevo altro ma ho dato comunque un’occhiata ai vini bianchi e rossi: uno Chardonnay francese, un Sauvignon Blanc cileno, un Greco di Tufo, un Bordeaux, un Syrah spagnolo e nella sezione “Discovery” un interessante Cru di Beaujolais del 2018.
L’offerta beverage è completata da 8 diversi cocktails, un Porto Dow’s 20 Year Old e un vino da dessert sudafricano.
Il cibo è assolutamente all’altezza di una delle migliori compagnie aeree al mondo.
Il Signature Appetiser che troverete su tutte le tratte, indipendentemente dalla destinazione finale, sono le mezze arabe (Hummus, tabouleh e baba ghanoush servite con pane arabo).
Sulla tratta FCO-DOH ho assaggiato l’opzione vegetariana che è risultata di livello decisamente superiore rispetto a quella di Emirates.
La colazione servita sulla tratta DOH-HKT (waffles, yogurth con granola e un piatto di frutta fresca) è stato forse il pasto meno eclatante, mentre ho apprezzato moltissimo la light dinner servita sulla tratta DOH-FCO, composta da una serie di piccoli spuntini decisamente appetitosi.
Ma il pasto veramente memorabile (e il miglior cibo onboard di tutta la mia carriera di viaggiatrice) è stato quello assaggiato sulla tratta BKK-DOH a cura dello Chef Thailandese e star della TV Ian Kittichai.
Se il Choo Chee Goong (curry di gamberoni) servito come main course era “solamente” buono (il jasmine rice era leggermente scotto, difetto che hanno spesso le portate che vengono riscaldate dal personale di bordo), l’appetiser di tonno giallo e cocomero con un dressing di lime e red pepper sembrava appena uscito dalla cucina di un ristorante stellato e altrettanto si può dire per il delizioso e super fotogenico cheesecake al gelsomino.
A bordo ho bevuto anche uno dei migliori tè di sempre: di solito in aereo il tè è imbevibile anche in Business Class (fatta eccezione per il buon tè alla menta marocchino di Ethiad), ma il Karak Chai di Qatar non aveva niente da invidiare ai migliori chai bevuti durante i miei viaggi in India ed ha completato in bellezza un’esperienza eno-gastronomica impeccabile.

Amenity Kit:
Devo ammettere che gli amenity kit con mini trousse Bric Milano e prodotti Payot mi sono sembrati un po’ deludenti, mentre ho molto apprezzato i prodotti Diptyque nelle toilette (sapone, crema mani e bruma viso che è introvabile perfino sul sito ufficiale!) e i pigiami di White Company London.

Lounges:
La lounge a Fiumicino è stata ovviamente un’esperienza mediocre (ho ormai rinunciato del tutto ad aspettarmi una lounge di livello in Italia), mentre la Miracle lounge di Bangkok, benché poco scenografica, si è rivelata piacevole: le shower suite erano spaziose e ben attrezzate e il cibo appetitoso.
Ma la vera luxury experience è quella che si vive a Doha: i 10.000 metri quadrati della lounge Al Mourjan infatti sono concepiti per lasciare il viaggiatore letteralmente e bocca aperta.
L’enorme fontana centrale, la scenografica scalinata e gli elementi decorativi sono semplicemente “wow” ma… c’è un ma! A mio parere infatti si sente la mancanza di una zona relax vera e propria dove stendersi a riposare, come quella di The Pier a Hong Kong che rimane tutt’ora la nostra lounge del cuore.
Ad onor del vero devo anche ammettere che non abbiamo avuto abbastanza tempo per goderci l’esperienza come si deve: la lounge era terribilmente affollata (Qatar è una delle poche compagnie aeree che ha continuato a volare anche durante la pandemia e all’aeroporto di Doha il traffico passeggeri mi è sembrato addirittura aumentato rispetto alle mie precedenti visite) tanto che per accedere all’area ristorante bisognava addirittura riservare un tavolo così, avendo uno scalo breve ed avendo già cenato a bordo del primo volo, abbiamo rinunciato non solo a mangiare ma anche semplicemente a salire al secondo piano per curiosare un po’.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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