#travels. Leggere Lolita a Teheran. 1


Oggi vi racconto un Viaggio che è da sempre nel mio Cassetto dei Sogni e ve lo racconto attraverso gli occhi, le immagini e le parole di una Viaggiatrice che nella magica Persia c’è stata davvero pochi mesi fa, a Natale.
Ricordo ancora il momento esatto in cui ho visto la prima foto postata dall’Iran sul profilo Instagram di Amrita: era il 28 Dicembre, ero a Bratislava e stavo bevendo un tè seduta a uno dei tavolini della storica Konditorei Kormuth.
Sfogliavo pigramente la mia bacheca di Instagram e all’improvviso eccola là, la foto di un taxi giallo geolocalizzata a Teheran: “Oh mio dio!” ho strillato allarmando il Signor G. (e non solo) “una ragazza che seguo su Instagram è in Iran!!!”
Come potete immaginare da quel giorno ho tempestato Amrita di domande di ogni genere e specie sul suo profilo Instagram, via email e sul suo blog e alla fine il mio “interrogatorio” è sfociato in questa piccola intervista.

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♥ Tutto è iniziato per colpa di Nasir al-Mulk, la Moschea rosa di Shiraz. Ci racconti come è nata l’idea del tuo viaggio in Iran?
Da grande appassionata di storia, archeologia e letteratura, il Medio Oriente è sempre stato nel mio immaginario una terra da “mille e una notte”, un luogo affascinante da esplorare con la mia macchina fotografica non appena possibile. Sono tanti i paesi di questa parte di mondo che mi attirano e che voglio visitare, ma l’Iran in particolare è stato una specie di pensiero fisso da quando ho letto uno dei miei libri preferiti, “Leggere Lolita a Teheran”, e da quando ho visto, da qualche parte online, una foto della Moschea Rosa: quel caleidoscopio di colori mi ha talmente catturata che ho voluto saperne di più e ho subito pensato “io qui ci devo andare”. Questo è successo quasi un anno prima di riuscire poi davvero a partire, perché quando si va in certi Paesi non è così semplice prendere e andare: bisogna informarsi sulla sicurezza, richiedere il visto, trovare compagni di viaggio adatti, etc.
Ma io ho la testa dura e alla fine ce l’ho fatta!
♥ Quando hai deciso di partire la tua famiglia e i tuoi amici come hanno reagito?
Ecco, proprio quello che sottintendevo nella risposta precedente. La mia famiglia ormai è abituata a vedermi spesso con la valigia in mano e mi sostiene sempre in tutto, anche se so di averli fatti preoccupare non poco a volte con la scelta delle mie mete o visitando da sola città dall’altra parte del globo.
Stessa cosa i miei amici. In questo caso specifico, la domanda più frequente era “perché proprio lì?” oppure “non è pericoloso?”. In realtà mi è bastato informarmi in maniera un po’ più approfondita e parlare con altri blogger o viaggiatori per capire che l’immagine dell’Iran che arriva da noi attraverso i media è totalmente falsata.
Si tratta di un paese al momento molto tranquillo, circondato ahimè da stati molto più pericolosi ma che non presenta rischi di sorta nelle città e nei siti più turistici. Una volta capito questo, ho fatto del mio meglio per farlo capire anche ai miei cari e tranquillizzarli, anche se dubito di esserci riuscita molto!
♥ Ti sei affidata ad un Tour operator o è stato un viaggio fai da te?
Di solito amo organizzare i miei viaggi da sola, non solo per un fattore di risparmio ma proprio perché mi piace muovermi in autonomia, decidere io dove e quando fermarmi, cosa vedere o cosa saltare. Per l’Iran l’opinione comune è che sia un po’ complicato il fai da te, io invece a parte un’iniziale difficoltà con il visto non ho avuto alcun problema a fare tutto da sola.
Appena tornata ho scritto un post sul mio blog proprio per sfatare questo falso mito e dare qualche info pratica a chi vuole tentare la stessa avventura. Con internet è possibile organizzarsi in totale autonomia proprio come ho fatto io, anche se ovviamente sono comunque sempre a disposizione per dare una mano con la mia esperienza!

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♥ Il luogo e il momento che ti sono rimasti più di tutti nel cuore.
Lo ricordo come fosse ieri. Ero a Yazd, ero circa a metà viaggio e fino a quel momento ero molto contenta ma non ancora entusiasta dell’Iran. Era pomeriggio, c’era un bel sole ed eravamo in una delle piazze più belle di questa antica cittadina con le tradizionali case di fango e sabbia quando ci siamo imbattuti in un gruppetto di bambini che giocava a palla in mezzo alla strada, scalzi e sorridenti.
Appena ci hanno visti si sono messi a fare mille piroette per attirare la nostra attenzione – e per cercare qualche scatto – e io mi sono commossa.
Perché era tutto così autentico e vero: mi ha ricordato che la vita è bella, che a volte per essere felici basta una palla di stracci e che viaggiare è meraviglioso.
♥ Se l’Iran fosse un colore, un odore, un sapore o un rumore?
Un colore direi l’azzurro delle centinaia di maioliche che ricoprono pareti e minareti degli edifici di culto, ma anche il color sabbia delle case tradizionali mi è rimasto negli occhi.
Un suono direi la voce degli autisti delle stazioni degli autobus che urlavano “shiràs shiràs” per procacciare clienti.
Un odore direi quello dei melograni appena spremuti e un sapore quello dei buonissimi dolci tipici.
♥ A che tipo di viaggiatori consiglieresti l’Iran? E a chi invece diresti di lasciar perdere?
Lo consiglierei a persone curiose, aperte e socievoli. Metà del viaggio lo fa il rapporto che si costruisce in maniera spontanea con le persone meravigliose e ospitali che si incontrano via via quindi bisogna essere pronti a fermarsi per un sorriso più volte al giorno, anche a costo di perdere qualche attrazione turistica.
Per questo motivo lo sconsiglierei invece a chi preferisce un viaggio più “intimo”, a chi non cerca lo scambio con gli altri e a chi ama di più il mood da villaggio turistico.

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♥ Un viaggio in un Paese musulmano può in qualche modo metterci a disagio, soprattutto in questo periodo storico difficile. Com’è per una donna occidentale viaggiare in un Paese in cui la posizione delle donne nella società è di fatto inferiore a quella degli uomini?
Io sono rimasta molto stupita perché mi aspettavo una situazione molto più “arretrata”. Invece ho visto tantissime donne in posizioni di responsabilità, autonome, poliglotte ed indipendenti. Le uniche differenze con le donne occidentali – velo obbligatorio a parte – le ho notate quando mi sono trovata a parlare con uomini più tradizionalisti (spesso anziani): alcuni di loro se sei donna non ti rivolgono la parola di loro spontanea volontà. E’ anche vero però che per alcuni è più un fatto di rispetto che non di superiorità. Per quanto riguarda il contesto, mi sono sentita sempre al sicuro e non sono mai stata importunata o approcciata in maniera fastidiosa. Neppure nella trafficatissima metro di Teheran!
♥ L’hijab in Iran è imposto anche alle donne straniere e l’abbigliamento femminile in generale ha regole molto rigide. Raccontaci la tua esperienza.
Io ero preoccupatissima per l’abbigliamento perché non volevo mancare di rispetto, poi è stato più semplice del previsto. Per la testa basta una sciarpa o un foulard appoggiato sul capo, nulla di grave se si vedono i capelli, anzi per molte ragazze iraniane è un segno di modernità. Il corpo deve essere coperto senza rivelare le forme, quindi io ho risolto con abiti non aderenti tipo pantaloni larghi e maglie abbondanti oppure lunghi cardigan.
Nulla di complicato, ed essendo inverno non ho patito il caldo pur essendo coperta dalla testa ai piedi!
♥ Cinque cose da fare assolutamente durante un viaggio in Iran.
Parlare con la gente del luogo, assaggiare il cibo tradizionale (consigliatissimo il Dizi), accettare un invito a pranzo, provare i vip bus con le mega poltrone e le merendine omaggio e… fotografare all’alba la Moschea Rosa ovviamente!
♥ Dove ti porterà la tua prossima valigia?
Ne ho già tre pronte, di quelle piccoline per viaggi brevi: Marocco per la seconda volta, Norvegia per scoprire Oslo, e un weekend in Liguria per raggiungere la mia famiglia in vacanza ed esplorare angolini nascosti della nostra bella Italia.
Ma non vedo l’ora di preparare anche la valigia grande, quella per i viaggi “seri”, che quest’anno spero mi accompagnerà in Uzbekistan, Israele, Giordania…

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Chi è Amrita (aka) Audrey in Wonderland?
Giro il mondo con le mie All Star rosa ma sono capace di non comprare scarpe per 6 mesi pur di avere un nuovo timbro sul passaporto. Sempre pronta a scattare una foto, a riempire una valigia, a comprare un paio di orecchini in un posto lontano o a ricoprire fogli e fogli di appunti che poi perdo sistematicamente. Convinta che l’ironia salverà il mondo. Sognatrice – e viaggiatrice – compulsiva. Felice di fronte al mare, a un tramonto rosa, a un quadro di Van Gogh, a una pizza al prosciutto o a un nuovo biglietto aereo. Scrivo dei miei Viaggi di Stile sul mio blog Audrey in Wonderland tra un’andata, un ritorno e un giro di shopping: ferma in un posto troppo a lungo non so stare e di sogni, di scarpe e di partenze potrei parlare per ore.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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