#OMGB. Isle of Skye: verso l’infinito ed oltre.


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Quando si tratta di viaggi sono molto spesso vittima di colpi di fulmine ed amori appassionati e struggenti.
Il caso più eclatante riguarda ovviamente l’India che è un po’ la cartina tornasole di tutti i miei Amori Geografici tanto che, quando mi innamoro di una nuova destinazione, sono solita ribattezzarla affettuosamente “la mia nuova India”.
Nel 2015 “la mia nuova India” è stata l’incantevole Nova Scotia, un Paese che ho amato così tanto che ancora oggi, al solo pensiero dei suoi paesaggi romantici e selvaggi, mi struggo in lunghi sospiri di nostalgia.
So che il 2017 è iniziato da pochissimo e che, con tutti i viaggi in programma, probabilmente ci saranno molti colpi di fulmine ma posso già affermare con certezza che pochi posti mi resteranno nel cuore come Isle of Skye.
Quest’isola delle Ebridi Interne è da molto tempo nel mio elenco di luoghi da visitare ma, non tornando in Scozia da tanti anni, era un po’ caduta nel dimenticatoio, rimanendo in una sorta di limbo in cui sono collocati tutti quei posti che “chissà, prima o poi”.
Poi ho ricevuto la famosa email in cui mi veniva proposto di fare un viaggio in Scozia per la campagna #OMGB di Visit Britain, a caccia di momenti indimenticabili da immortalare e raccontare, e nell’itinerario è spuntata Isle of Skye.
In realtà alla fine a Skye abbiamo trascorso solo un pomeriggio ma vi assicuro che è stato sufficiente per farmene innamorare come mi è accaduto raramente prima d’ora: se la mia annosa infatuazione per l’India infatti è di quelle che sono puramente soggettive e difficili da spiegare, innamorarsi di Skye è un dato di fatto puramente oggettivo giustificato da ogni singolo pinnacolo di pietra, da ogni ripida cima, da ogni pascolo verde, da ogni specchio d’acqua e da ogni scogliera.
Avendo pochissimo tempo a disposizione io e Sarah abbiamo dovuto fare una scelta difficile: Neist Point o the Old Man of Storr? Le Fairy Pools o Portree? I cerchi di pietre di Fairy Glen o il Quiraing o ancora Dunvegan Castle?
Da brave #lighthouselovers la scelta alla fine è ricaduta su Neist Point e ne è valsa davvero la pena, perché lo spettacolo di quel lembo di roccia proteso verso l’infinito, nella luce più incantevole che il capriccioso meteo scozzese potesse regalarci, la porterò sempre nel cuore.
Anche il viaggio che ci ha condotte da Skye Bridge fino al faro è stato davvero speciale, con un panorama drammatico e selvaggio che ci ha lasciate senza fiato per tutto il tortuoso tragitto: montagne a picco sul mare con le cime incappucciate di neve, brughiere solitarie, piccole baie scintillanti, scogliere altissime, strade deserte e minuscoli villaggi di case bianche… insomma tutto ciò che la mia fervida immaginazione poteva sperare e forse anche qualcosina in più!
Senza considerare che raramente nella mia esperienza di Viaggiatrice ho trovato un così perfetto ed unanime entusiasmo a proposito di una destinazione: tutti quelli che hanno messo piede a Skye se ne sono dichiarati innamorati ed impazienti di ritornare e il mio amico Fede, che è un Viaggiatore per mestiere, l’ha definita “uno dei posti più belli al mondo”.
E così eccomi nella lunga schiera di coloro che sono stati soggiogati dal fascino di quest’Isola color smeraldo, che sembra appena uscita da un’antica leggenda celtica e dove probabilmente la brughiera selvaggia è abitata dal Sidhe, il fatato Popolo delle Colline.
Questo per forza di cose non è un post di viaggio (poche ore ad Isle of Skye non mi danno il diritto di scriverlo), ma una piccola elegia amorosa ed un invito ad andare alla scoperta delle Isole Ebridi.

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Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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