La caldera di Santorini è probabilmente uno dei luoghi più spettacolari di tutto il Mediterraneo ed arrivarci a vele spiegate a bordo di Star Flyer è stato un momento così emozionante da valere da solo l’intero viaggio.
Immaginate uno specchio d’acqua immobile, una luminosa giornata di inizio Giugno e lo spettacolo da batticuore di veder comparire all’orizzonte gli enormi speroni di roccia lavica su cui si abbarbicano i villaggi candidi di Thira ed Oia.
Ed ora immaginate di poter godere di questo piccolo momento speciale soli con voi stessi, di starvene seduti in religioso silenzio a prua e di non dover condividere nulla con le migliaia di passeggeri di un gigante del mare o con le centinaia di turisti rumorosi che si accalcano sui traghetti di linea.
Se riuscite ad immaginarlo avrete anche perfettamente chiaro tutto il lusso senza prezzo di un viaggio per mare in barca a vela, concentrato in un solo istante perfetto!
Mi piace ancora pensare (romanticamente e a dispetto della dura realtà) che conti più il Viaggio della destinazione finale, pur sapendo benissimo che nel 99% dei casi il viaggio verso una meta non è altro che un lunghissimo momento di tribolazione, una specie di Purgatorio in attesa del Paradiso.
Ma Star Clippers è l’eccezione che conferma la regola, perché a bordo di un veliero l’atto del Viaggiare riacquista tutta la sua dimensione edonistica, romantica ed introspettiva: non ci importa più di arrivare prima possibile a destinazione perché per una volta possiamo vivere hic et nunc, qui ed ora, in perfetto equilibrio con tutto ciò che ci circonda.
Se poi la meta del viaggio non è una sperduta isola semi-deserta ma l’affollatissima Santorini tutto questo ragionamento diventa ancora più vero: una volta portato a compimento il viaggio infatti non troverete ad aspettarvi questa gran bellezza, perché a mio parere gran parte dell’incanto si rompe irrimediabilmente non appena messo piede a terra.
Se la romantica Oia infatti all’inizio dell’Estate è ancora moderatamente vivibile ed è possibile passeggiare tra i suoi vicoli candidi senza farsi largo in mezzo alla calca, Thira per me rimane un posto da evitare sempre e comunque.
Anche e soprattutto a causa dello spettacolo indegno dei muli e degli asini che scarrozzano i turisti (mi vergogno a scriverlo quasi esclusivamente italiani e cinesi) dal porticciolo alla città alta, arrampicandosi sotto il sole cocente su per una ripidissima scalinata lastricata di urina e feci, fino a 220 metri di altitudine: uno spettacolo vergognoso che non dovremmo mai essere costretti a vedere in un Paese che fa parte dell’apparentemente civilizzata Unione Europea, tanto più che ormai a coprire il dislivello tra il porto e la città c’è in funzione una velocissima funicolare.
Detto questo ho due soli consigli spassionati: quello di scegliere Santorini solo in bassa stagione e come meta di una crociera a vela perché i prezzi a terra sono diventati da capogiro ma l’Isola, che è ormai letteralmente presa d’assalto dal turismo di massa, non ha più niente di romantico ed esclusivo; e quello di godervela il più possibile dal mare e di arrampicarvi a terra (usando, ve ne prego, la funicolare o i vostri piedi) solo per un tardivo giro di shopping, un aperitivo al tramonto e una cena in una delle taverne del villaggio di Ammoudi, il porticciolo di Oia dove, durante il mio primo viaggio a Santorini quasi 15 anni fa, ho mangiato un polpo così spettacolare che ne conservo ancora il ricordo!
I wore: dress, courtesy of Uke; sandals, Ancient Greek; Mandillo bag, courtesy of Le Sardine; hat, Village Hats.