#mytravels. Mardi Himal Base Camp. 2


Uno dei miei sogni nel cassetto di viaggiatrice riguardava sicuramente l’Himalaya e i suoi Campi Base: traguardi remoti ed inusuali, poco adatti al mio stile di viaggio e forse proprio per questo capaci di esercitare su di me un fascino così prepotente.
Complice una vasta filmografia di genere (se non avete ancora visto il film “Everest” vi consiglio di rimediare il prima possibile!) ho fantasticato a lungo sulla possibilità di un trekking sul Tetto del Mondo, per potermi almeno avvicinare a quei mitici 8000, vette che non sono sicuramente alla portata dei comuni mortali ma di pazzi, sognatori ed avventurieri.
Ovviamente le mie fantasticherie si sono immediatamente scontrate con la dura realtà fatta di sacrifici, allenamento e spirito di adattamento e i racconti dei miei amici che i trekking himalayani li hanno affrontati per davvero mi hanno fatta ripiegare su un’esperienza più alla mia portata: sapevate che i più famosi Base Camp Himalayani si possono raggiungere in poche decine di minuti, con uno spettacolare volo in elicottero che, partendo dagli aeroporti internazionali di Pokhara e Kathmandu, vi farà atterrare proprio ai piedi del monte Everest o nel cuore del Santuario dell’Annapurna?
Per vivere questa esperienza emozionante ed adrenalinica mi sono affidata a Skylark Himalayan, un tour operator nepalese con base a Pokhara che organizza ogni tipo di attività: dai tour culturali ai trekking, fino alle escursioni alpinistiche.


Ho scelto di volare fino all’Annapurna Base Camp ma la fortuna non è stata dalla mia parte e pochi giorni prima del mio arrivo in Nepal una valanga ne ha causato la chiusura ad elicotteri ed escursionisti.
Quando stavo già per morire di delusione i ragazzi di Skylark mi hanno proposto l’alternativa del Mardi Himal Base Camp, il punto di arrivo di un percorso aperto solo nel 2012 che è un po’ una piccola gemma nel panorama dei trekking himalayani e che offre una visuale mozzafiato su una delle cime più belle del range dell’Annapurna, l’inconfondibile ed inviolato Fishtail.
Dopo aver subito la frustrazione del rinvio del mio volo a causa del maltempo (il meteo a Pokhara è davvero capriccioso ed imprevedibile, quindi vi consiglio di fermarvi almeno due o tre giorni se pianificate un volo in elicottero) finalmente il momento tanto atteso è arrivato con un giorno di ritardo.
Fin dalle 7.00 del mattino sono stata in contatto via WhatsApp con Tara (il mio angelo custode di Skylark Himalayan) che mi aggiornava in tempo reale sulle condizioni meteo in vetta e finalmente alle 8.40 è arrivato il mio autista per accompagnarmi in aeroporto ed assistermi nelle formalità di check-in.
Passati i controlli di sicurezza sono stata accompagnata fino all’hangar da cui saremmo decollati ed ho aspettato con i miei 4 compagni di avventura il momento di salire a bordo.
E’ davvero difficile descrivere a parole le emozioni di una prima volta: ho preso 352 aerei prima di quest’unico elicottero che rimarrà nei miei ricordi come una delle esperienze più belle di sempre, con quella salita veloce fin sopra alle nuvole e quel morbido atterraggio nella neve fresca, tra le cime maestose del Tetto del Mondo.
Ad aspettarci a pochi minuti di volo da Pokhara abbiamo trovato un paesaggio di una bellezza irreale con il cielo più azzurro di sempre, le immancabili bandierine al vento e una vista indimenticabile sul Machapuchare o Fishtail, la montagna sacra ed inavvicinabile, dimora del dio Shiva, la cui cima non è mai stata violata.


Miss Bailing

Informazioni su Miss Bailing

Gypsetter, sognatrice, viaggiatrice entusiasta ed instancabile. La mia passione più grande sono i cavalli e il mio tesoro è Sero, un sauro di 30 anni con cui ho condiviso buona parte della mia esistenza. Come Emma Bovary anche io oscillo perennemente tra il mio lato mistico (che vorrebbe ritirarsi a meditare in un ashram indiano) e quello bohémien, il cui sogno nel cassetto è una chambre de bonne nel Marais.

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